lunedì 24 luglio 2017

Van Ba - Nuvole e onde

"Prima di passare ad eseguire il Van Ba desidero condividere con voi, alla luce dei tre anni di attività, il mio vissuto con il nostro Viet Chi Dao, sperando che risulti gradito e magari, chissà, anche un tantino utile. Sarà in ogni caso un’occasione per conoscere qualcosa in più di questa vostra compagna di percorso.
Quello che mi affascina delle forme del Viet Chi Dao è la loro ricchezza di contenuti: poemi, strategie, simbologie, movimenti lenti o rapidi, respiro, energia, leggende.
Ogni forma, inoltre, qualunque sia la modalità d’esecuzione, può farci esprimere (o ancor meglio scoprire) non solo quello che più sembra rappresentare la nostra essenza, quello che gli altri maggiormente vedono in noi, ma anche quello che è meno evidente oppure che si manifesta in  determinati momenti o fasi della nostra vita.

Non sempre abbiamo la propensione alla delicatezza e alla leggerezza, non sempre alla marzialità dei gesti e dei movimenti. Io, per esempio, amo eseguire le forme morbide, che sento più riflessive e profonde e nelle quali m’immergo totalmente, assaporando ogni piccolo dettaglio che mi sembra di riuscire a cogliere appieno solo rallentando; amo però anche eseguire le forme in modo più marziale, sprigionando forza ed energia in modo diverso, più rapido e potente, anche se, in questo secondo caso, il mio fisico lascerebbe intendere più una predisposizione alla rapidità che alla potenza. Ma... J
Non mi identifico in una o nell’altra modalità, ma sperimento con piacere ogni sfaccettatura del mio essere, facendo in modo che tutto ciò che mi trasmettono le forme, non solo quindi la loro pura e semplice esecuzione, diventi un corpo unico con la mia anima. E’ in quel momento che me ne approprio. Mi sento una ricercatrice, a piccole dosi e tempi, purtroppo, ma altamente motivata. Direi che è anche per questo mio approccio, oltre che per una buona visualizzazione e capacità di concentrazione, che la mia memoria, che in questo caso è anche una memoria emozionale, riesce ad essere sufficientemente produttiva (immodestamente parlando, ovvio).

Altro obiettivo per eseguire la forma in modo pieno e consapevole è sicuramente quello relativo all’impulso da dare per eseguire il movimento. Infatti, l’impulso primario che origina il movimento non dovrebbe partire dalle singole parti del corpo, braccia, spalle, gambe, ecc., bensì dal dantian o campo del cinabro, principalmente quello inferiore, collocato tre o quattro dita sopra l’ombelico che, tra quelli che nella medicina cinese sono considerati i tre fulcri di energia del corpo (dantian superiore, mediano e inferiore), è considerato il centro di gravità, quello dove si raccoglie e si accumula l’energia originaria che si dirama in tutto il corpo. Questo aspetto non riguarda solo il Viet Chi Dao ma si può facilmente estendere a qualsiasi disciplina oppure a qualsiasi azione che deve eseguire il nostro corpo.
Il riconoscimento e l’attivazione di questo centro avvengono anche e soprattutto tramite la corretta respirazione. Se questo avviene, ci accorgiamo che l’energia del movimento, sia esso morbido che marziale, acquisisce una diversa manifestazione, più piena e  percepibile.

Passo ora brevemente alla forma che eseguirò. Il Van Ba è una forma da eseguire in modo leggero e lento, con qualche piccolo picco più potente e veloce. In realtà dietro la sua leggerezza si nascondono azioni molto energiche ed eventi da fronteggiare anche di notevole impatto. A tal proposito, una cosa che ho imparato da tempo e che mi piace condividere perché la trovo di grande interesse è che le azioni possono esprimersi in modo veloce e possente anche se il corpo sta eseguendo gesti lenti, rallentati, perché la velocità interna, quella più difficile da conquistare e percepire, può esprimere al massimo l’essenza e la potenza delle cose.
Dicevo che l’insieme della forma ci pone davanti a situazioni ed eventi che possono metterci a dura prova. Per esempio l’acqua che cade copiosa, il temporale che fa tremare la terra, oppure il mare in tempesta che dobbiamo attraversare, queste e altre metafore della vita. Niente paura, però, perché il GM ci suggerisce anche come affrontare questi eventi servendoci delle nostre migliori qualità. Allenando le nostre energie, mantenendo solido il nostro centro, coltivando la perseveranza che hanno le onde che si infrangono sulla costa o la leggerezza delle nuvole, possiamo attraversare anche il mare in tempesta ed essere preparati ad agire dotati dei nostri migliori strumenti.

Felicita - lezione di scambio 2017

giovedì 1 giugno 2017

Luc Dieu - I sei movimenti meravigliosi

Lezione di scambio 2017

Questa é la mia interpretazione del Luc Dieu, I sei movimenti meravigliosi. Un’interpretazione che si sofferma brevemente su ogni movimento fornendo una lettura di cosa ha prodotto in me questa forma alla luce del significato impresso dal Gran Maestro, delle letture, dell’averla eseguita. Sono movimenti che si rifanno talvolta ad aspetti più spirituali, altri ad aspetti più terreni e materiali. Una visione lucida, la calma, la consapevolezza, la forza del nostro centro, possono aiutarci a riconoscere in quali momenti e con quali azioni possiamo spingerci verso l’uno o l’altro aspetto, più spirituale o più terreno, che non dobbiamo immaginare in contrapposizione, ma per lo più complementari. 

Offrire un fiore di loto, a noi stessi, agli altri, all’universo, è un piccolo prezioso gesto di gratitudine che aiuta a forgiare un animo più generoso e accogliente. Potremmo stupirci di quanto questo gesto possa cambiare la percezione di noi stessi e degli altri, di quanto possiamo ricevere in cambio i migliori sentimenti che, altrimenti, spesso rimangono oscurati da meccanismi di paura, ostilità, invidia, indifferenza. La gratitudine è sempre ripagata. E’ allora che qualcosa o qualcuno ci viene in soccorso nei momenti in cui siamo percorsi da pensieri poco luminosi. Un gesto fatto con purezza d’animo che può rompere uno schema, sbloccare una situazione, attivare un’energia diversa e positiva. Un gesto vincente.

Girare la ruota, attivando sistemi diversi, simultanei o non, quali lo slancio, il ritmo, la leggerezza, la rapidità, l’energia, le pause, il respiro, acquisendo il significato di quanto stiamo vivendo o imprimendo nuovi impulsi. Girare la ruota come presupposto indispensabile per essere maggiormente presenti a noi stessi e non succubi degli eventi.

Osservare l’universo e i suoi fenomeni, ritrovandoli nel nostro mondo interiore con maggiore limpidezza di visione. E’ la possibilità di depurare la nostra mente da false intenzioni, convincimenti, inutili credenze e di ricavare insegnamento dagli eventi passati, osservandoli sotto una luce diversa, in uno stato di maggiore quiete.

La pazienza dell’elefante bianco, che non è la pazienza del momento, bensì quella che arriva a permearci interiormente e ad esprimerci senza affanno nel far fronte agli eventi. E’ probabilmente quella che contraddistingue il vecchio saggio oppure le anime semplici, pacate, che si nutrono dell’essenziale. Chissà se qualcuno di noi è mai venuto a contatto con esseri dotati di siffatta pazienza. In ogni caso, credo valga la pena di ricercarla perché si tratta di quella più rara e raffinata.

Il volo del gabbiano rappresenta la spinta nel far emergere le qualità insite in ognuno di noi, tendendo all’evoluzione, rendendo così onore al nostro mondo spirituale.

Il cuore senza paura é tutt’altro che un cuore incosciente ed impulsivo; è invece un cuore conscio del nucleo vitale e della forza insiti in ognuno di noi e che ci si rivelano spesso solo dopo molta fatica e impegno. E’ un cuore segnato da piccole grandi incrinature ma leggero e impavido che può manifestare i suoi attributi migliori senza ombra di mistificazione.

Sei movimenti meravigliosi che planano dolcemente nel profondo.
  

Felicita - VCI Centro Hoành Son (Trento)